Milleproroghe approvato: concessioni balneari estese al 2024 e bandi vietati fino a Luglio

La Camera ha dato ieri il via libero definitivo alla norma che rinvia di un anno la scadenza dei titoli e blocca per cinque mesi i Comuni nell'espletare le gare 

È stato approvato ieri in via definitiva alla Camera dei deputati il decreto milleproroghe, e con esso anche l’estensione di un anno delle concessioni balneari e il divieto ai Comuni di espletare i bandi per i prossimi cinque mesi, il testo era già passato lo scorso 15 febbraio al Senato e ieri ha ottenuto l’ultimo via libera necessario per entrare in vigore, da oggi la scadenza delle concessioni balneari è dunque ufficialmente spostata al 31 dicembre 2024, rispetto a quanto previsto lo scorso agosto dalla legge sulla concorrenza che aveva fissato il termine al 31 dicembre 2023.

Confermata anche la possibilità di un ulteriore anno di deroga, fino al 31 dicembre 2025, per le amministrazioni comunali che dovessero riscontrare difficoltà oggettive a espletare i bandi a causa di contenziosi o carenza di risorse umane., inoltre, in base a un altro emendamento approvato, i Comuni non potranno indire nessun bando di gara per riassegnare le concessioni fino al prossimo 27 luglio, data limite affinché il governo completi la mappatura del demanio marittimo per appurare la quantità di spiagge libere e occupate. 

Sono due le motivazioni illustrate nella norma sulla proroga di un anno: da una parte effettuare la mappatura del demanio marittimo al fine di verificare «la sussistenza della scarsità della risorsa naturale disponibile», e dall’altra istituire un tavolo tecnico tra i ministeri competenti e le associazioni di categoria per concordare i contenuti della riforma delle concessioni balneari, avviata dal precedente governo Draghi con la legge sulla concorrenza che per la prima volta in Italia ha introdotto la riassegnazione dei titoli tramite gare pubbliche. 

 

Non è ancora chiaro come il governo Meloni, sostenuto da una maggioranza da sempre contraria alle gare, intenda procedere per completare o rivedere la riforma, ma è certo che occorrerà fare in fretta: la proroga di un anno nasce infatti sin da subito come una norma in contrasto con la sentenza del Consiglio di Stato che a novembre 2021 ha annullato la precedente estensione delle concessioni al 2033, imposto le riassegnazioni dei titoli tramite gare pubbliche e proibito qualsiasi ulteriore forma di rinnovo automatico successivo al 31 dicembre 2023. Per evitare dunque i contenziosi amministrativi che senz’altro fioccheranno, il governo Meloni deve correre al fine di prendere una decisione definitiva, possibilmente entro la fine di quest’anno. 

Fonte: MondoBalneare.com