Aggiornamento del Presidente Capacchione sull'udienza davanti al Consiglio di Stato

Aggiornamento del Presidente Capacchione sull'udienza davanti al Consiglio di Stato

"La giurisprudenza amministrativa non ha un orientamento consolidato e uniforme, anzi si sta affermando sempre più la validità delle

proroghe rilasciate con scadenza 2033. La soluzione della questione che coinvolge 30.000 imprese non spetta ai giudici ma al Governo e al Parlamento. E' urgente un intervento legislativo chiarificatore che elimini l'attuale caos amministrativo sulla materia"

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"Sono state depositate dal Tar di Bari diverse sentenze di contenuto analogo (le numero 553/2024, 565/2024 e 566/2024) riguardanti l'atto deliberativo del Comune di Monopoli che aveva applicato l'art. 3 comma 1 della legge nr. 118/2022 (legge Draghi) riducendo la durata delle concessioni vigenti al 2024 ex lege nr. 14/2023 Milleproroghe (già 2033). Il comune di Monopoli, dopo aver esteso la durata della concessione demaniale fino al 31 dicembre 2033, ha poi provveduto a ridurne il termine finale di efficacia al 2024 in applicazione dei principi dell'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato numero 18/2021 e dell'art. 3, comma 1 della legge numero 118/2022. "

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"Per il Tar di Bari vale la pena di ricordare che anche il Consiglio di Stato, con sentenza della sezione VII, 30 novembre 2023, numero 10378, ha espressamente stabilito come sia legittima la proroga al 2033 delle concessioni demaniali marittima ai sensi della legge numero 145/2018 a seguito della procedura comparativa di cui all'art. 37 del Codice della navigazione preceduta dalla pubblicazione delle istanze ex art. 18 del relativo regolamento, essendo vietate dall'ordinamento solo le proroghe automatiche" (punto 23)".

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"Siamo in attesa di conoscere la decisione del Consiglio di Stato nella causa che sarà discussa oggi a seguito dell'annullamento operato dalla Cassazione a Sezioni Unite della sentenza dell'Adunanza Plenaria numero 18/2021 su iniziativa della nostra Organizzazione. Sta di fatto che è certo che la giurisprudenza amministrativa non ha ancora un orientamento consolidato e uniforme. Lo dimostrano, se ce ne fosse bisogno, queste sentenze del Tar di Bari che si aggiungono a quelle del Tar di Lecce. Ecco perché restiamo convinti - e lo ribadiamo nelle diverse sedi - che la soluzione della questione balneare non spetta ai Giudici ma al Governo e al Parlamento italiano".

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